Quando parliamo di “resilienza” ci viene naturale prendere come riferimento il termine derivato dalla scienza, che indica la proprietà di alcuni materiali di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a una qualche sorta di deformazione.
Quando però associamo il termine resilienza alle persone, intendiamo la loro capacità di far fronte ad eventi stressanti, a volte traumatici, ma che in qualche modo sono stati determinanti per ritrovare un atteggiamento positivo alla vita.
L’ottimismo è in sintesi la chiave del successo. Ne aveva già parlato il Professore di Psicologia e direttore del Positive Psychology Center dell’Università di Pennsylvania, Martin P. Seligman. Egli affermava infatti che la forza di alcune persone è quella di riuscire a trasformare delle esperienze negative in emozioni positive capaci di sviluppare l’impegno, l’ingegno e la relazione tra le persone.
Nel mondo del business ci sono diverse storie di aziende che, dopo aver dominato per anni un settore, hanno conosciuto fasi di declino fino all’ insuccesso. Ma fortunatamente anche di tante aziende che hanno utilizzato la resilienza come la soluzione per affrontare, con energia e pazienza, le difficoltà.
D’altronde essere resilienti è uno status mentale che sul posto di lavoro genera energia positiva e che diventa spesso un catalizzatore per influenzare le persone che ci sono attorno, che vivono nello stesso ufficio e nella stessa azienda. Perché essere resilienti crea il giusto clima che fa incrementare la fiducia da parte degli altri e fa intraprendere nuove visioni.
Le aziende hanno imparato che loro stesse e i loro collaboratori devono essere sempre “più agili” per far fronte ai rischi che si conoscono, ma soprattutto per affrontare quelli che non si sono ancora mostrati. Una buona resilienza collettiva crea, appunto, nelle organizzazioni aziendali principi sani di collaborazione e cooperazione per affrontare nuove sfide, anticipando anche gli eventi.
Una delle formule vincenti suggerite dai grandi guru internazionali è quella di abbracciare le diversità cognitive, valorizzando i collaboratori per riuscire a stimolare intuizioni uniche e nuovi modi di guardare e risolvere i problemi.
Più un’azienda sarà consapevole e attenta alla componente umana, alla valorizzazione delle opportunità di gruppo e ai processi interni, più sarà preparata per tracciare un percorso di crescita positivo e di successo.
Rosemarie Caglia
Consigliere CDVM