Antonio De Carolis, CDVM: che pensa il manager dell’assistente 4.0

Ci siamo, l’appuntamento è per lunedì 23 maggio 2016 all’hotel Hilton Garden Inn di Milano: l’8a edizione del Secretary Day è alle porte. L’argomento clou è “La social reputation dell’Assistente di Direzione e l’impatto sull’azienda” e centinaia di manager assistant sono già pronte a partecipare a questo rally professionale che rende in termini d’informazione, di formazione e di networking.

E di autostima, certo: perché le segretarie direzionali escono da un Secretary Day con la consapevolezza di saperne di più, di poter svolgere meglio il proprio ruolo.

Ma qui sta il punto: che cosa comporta, oggi, questo ruolo in costante evoluzione? Chi è davvero la manager assistant, o chi dovrebbe essere secondo il manager?

Lo abbiamo chiesto ad Antonio De Carolis, presidente del CDVM – Club Dirigenti Vendite e Marketing presso l’Unione Industriali di Torino.

«Ruolo in costante evoluzione, certo. C’era prima la segretaria del dirigente, poi s’è passato al pool di segreteria con un numero ristretto di assistenti ben qualificate che seguivano il top management della società. Si è tornati alla personal assistant del manager, almeno per le figure direttive più influenti in azienda, ma non è certo un passo indietro: è rimasto molto poco della vecchia segretaria meramente esecutiva, nel ruolo attuale.

E domani? Il processo di qualificazione professionale continuerà a chiedere nuove competenze e accresciuti livelli d’autonomia. La manager assistant di questo tipo va considerata a tutti gli effetti una figura organica con un ruolo determinante nello staff aziendale, una collega che condivide la mission e la vision aziendale e che, nella sua funzione, è titolare di prima mano di certe competenze e certe informazioni.

Serve una professionista eclettica e aggiornata, in grado di conoscere e comprendere a fondo le priorità del suo manager di riferimento, d’essere “consulente del manager” e di confrontarsi con lui proponendo le soluzioni più opportune per la gestione degli impegni in agenda. Insomma, una figura proattiva, lontana mille miglia dall’operativa subordinata e assertiva che il vecchio stereotipo imponeva. Poi, certo, sarà sempre il manager a porre la firma sulle risoluzioni prese: ma un manager che possa far squadra con un’assistant in gamba dispone al contempo di un turbocompressore per la produttività e di un energy saver per i tempi decisionali, e questo è un vantaggio fondamentale per l’azienda nel suo insieme.

L’aggiornamento costante è sostanziale, perciò, per i manager come per le assistenti. Chi si ferma si mette fuori dal giro».

E quando l’aggiornamento si chiama Secretary Day, non c’è da pensarci su un minuto: gran parte del percorso fra la vecchia segretaria e la manager assistant 4.0 è passato da qui…

Articolo pubblicato su Qualitytravel http://www.qualitytravel.it/

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