A inizio mese è stato pubblicato un post interessante sul processo di vendita dei libri che dettaglia, in modo anche talvolta pungente, la realtà di un mercato, quello editoriale, che ha proprie peculiarità.
Il mercato editoriale è composto da molti attori. Oltra a quelli “visibili”, ossia l’autore, la casa editrice, la libreria e il lettore, nella costruzione, nella promozione e nella vendita e del prodotto editoriale intervengono altre figure.
Uno dei punti di successo o insuccesso di un libro sta nella facilità di esser trovato. Nel 2015, soltanto in Italia sono stati pubblicati 65mila nuovi titoli su carta e 63mila ebook (i dati sono dell’AIE, Associazione Italiana Editori). Una libreria media può ospitare anche migliaia di libri, ma è impossibile che riesca ad aver spazio per tutti i titoli in circolazione.
Inoltre, il nostro Paese è un Paese che legge poco, molto poco, ma questo non frena le stampe.
La GDO che era entrata nel mondo dell’editoria speranzosa di avere un altro mercato da aggredire, si è trovata in realtà con risultati sotto le attese. Una legge nazionale, detta Legge Levi, impedisce di fare sconti superiori al 15%: era stata anche definita legge anti-amazon. Può piacere o meno, ma è così.
Promozione e distribuzione nella editoria
La distribuzione in questo contesto gioca allora un ruolo fondamentale, sia per quel che riguarda il rifornimento alle librerie del prodotto (i libri), sia per quel che riguarda gli aspetti di promozione del libro stesso.
Con il passare degli anni, e con l’affacciarsi dell’editoria digitale, gli editori, a partire dai piccoli, hanno cercato di creare nuovi modelli di promozione e vendita dei propri prodotti, cercando sinergie tra distribuzione in libreria e digitale, riducendo attraverso la rete la distanza tra loro e il potenziale cliente, stampando quote minori e lavorando più sulla risposta alla richiesta.
In un certo senso, alcuni editori, come già accaduto nel settore dell’auto, stanno ora lavorando più sull’ordinato che sul magazzino, ottimizzando i costi, laddove non riescono ad avere la possibilità di supportare la distribuzione con una quantità minima di volumi che, se invenduti tornano in casa editrice con relativi costi di gestione e mancato introito.
Editoria digitale
Se parliamo di editoria digitale per molti editori la difficoltà di essere sul mercato in maniera significativa e figlia del tentativo di replicare il modello di distribuzione analogico in cui i vari elementi della catena distributiva del libro di carta sono presenti, dovendo spesso fare i conti con un catalogo per scelta ridotto in quantità di titoli. Copiare e incollare modelli distributivi radicati non sempre funziona.
La diversità distributiva è una risorsa, anche per i libri e gli ebook.
L’opportunità per gli editori è poter ridisegnare e rafforzare la propria strategia di distribuzione e la propria visibilità on line e off line, in parallelo alla distribuzione tradizionale, anche perché oggi un cliente può accedere direttamente alla fonte (l’editore) per acquistare rapidamente un contenuto di suo interesse: si definiscono quindi strategie di canale, di posizionamento, che richiedono competenze di marketing e vendite specifiche.
In conclusione, oggi muoversi partendo dalla prossimità, ossia dai numeri più vicini, dai clienti interessati alla propria “nicchia”, dal particolare al generale, potrebbe e dovrebbe condizionare progetti e modelli di business dell’editoria digitale e non con particolare attenzione ad attività distributive che abbiamo solide radici strategiche, al di là di esser presenti in tutte le librerie del regno…
Salvatore Nascarella, Consigliere CDVM